Sono nella fase della vita in cui ogni fine settimana c'e' un compleanno di qualche bambino/a che fa o 7 anni (come mio figlio) o 3 anni (come mia figlia).
Solo che queste feste di compleanno hanno una carattersitica molto strana. Sull'invito ti scrivono data, luogo, ora d'inizio e ora di fine. Ieri era "dalle 14 alle 16", ma il campione tutt'ora imbattuto rimane un invito per una festa domenica mattina "dalle 9.30 alle 11". Almeno posso bestemmiare tranquillamente tanto nessuno mi capisce.
Ora non e' che io vado alle feste per poi restarci a dormire (non piu'), pero' 'sto fatto del "dalle/alle" proprio faccio fatica a digerirlo. Mia moglie dice che gli anglosassoni hanno bisogno di dire a che ora finisce senno' si sentono a disagio a andarsene. Beh, certo, non fa una grinza.
Senz'altro c'e' qualcosa di molto anglosassone in tutto cio', ma mi sfugge. Qualcosa avente a che fare con l'inesauribile bisogno di regole, quella disperata necessita' di questa gente di stabilire leggi per poter navigare il mondo, senza delle quali sarebbe l'anarchia del libero arbitrio. Quindi non e' che posso semplicemente decidere "vabbe' ciao" - no, ci deve essere una procedura scritta ("carta canta!") che mi autorizza a andarmene adesso. Di sicuro c'entra pure il capitalismo anche se adesso non mi va di starci a teorizzare intorno.